Film Stagione III

“Wilde Salomè” di Al Pacino

Si tratta di un film documentario su Oscar Wild dove si intrecciano più piani narrativi: dalla messa in scena della Salomè di Wilde al viaggio che Al Pacino fa attraverso le opere e la vita dello scrittore, fino allo scontro con i produttori dove emerge la vita privata del regista. Niente è off limits, mentre Pacino esplora le complessità del dramma di Wilde, offre uno sguardo senza precedenti anche sulle proprie. Toccante e divertente allo stesso tempo “Wilde Salome” è un viaggio fatto di passione, determinazione e, soprattutto, di ossessione.

Cercasi Italia Disperatamente” di Luca Ragazzi e Gustav Hofer (2011)

Andato in onda su RAI 3, si tratta di una versione breve del nuovo documentario dal titolo “Italy: love it or leave it?” che esce proprio in questi giorni. Si tratta di un video-trip realizzato in giro per lo stivale alla ricerca di qualche buona ragione per amarlo o per lasciarlo definitivamente, una brillante intuizione della coppia Ragazzi – Hofer, partner nel lavoro ma anche nella vita, che definiscono il film il loro “secondogenito”. E’ stato presentato al Milano Film Festival dove ha ricevuto il premio del pubblico e il riconoscimento come miglior film.

“Il lupo in calzoncini corti” di Lucia Stano e Nadia Dalle Vedove (2010)

Il documentario ci racconta due storie d’amore, quella di Luca e Francesco, che per avere un figlio si affidano ad una clinica canadese, e quella di Giuliana ed Elena, coppia con tre figli e il desiderio di ufficializzare la loro unione sposandosi negli Stati Uniti. Al centro delle due storie i bambini e l’amore, che in modo coraggioso e commovente ci pongono di fronte a tematiche ancora tabù come gli embrioni congelati, i diritti del padre biologico, i matrimoni gay e alla base di tutto l’amore omosessuale e il loro diritto ad avere una famiglia.

“80 Egunean” di Jon Garaño e José Mari Goenaga

Uno dei capolavori dell’ultima stagione cinematografica internazionale, il film dei baschi sta ottenendo il record di presenze nei festival di tutto il mondo (tra cui quelli di Montreal, Chicago, Londra, Il Cairo, Washington) e ha già raccolto una ventina di premi tra i quali anche quello del Festival Mix di Milano. La storia narra l’incontro, cinquantanni dopo, tra Axun, tradizionalista e testarda settantenne e la bizzarra Maite, in un ospedale dove entrambe si prendono cura di un familiare. Axun viene travolta da ricordi che pensava di aver dimenticato: era semplice amicizia quella che la legava a Maite o qualcosa di più? Il rapporto speciale che avevano da ragazze torna a vivere, le giornate acquisiscono un nuovo scopo finché Axun, dopo aver scoperto che Maite è apertamente lesbica, comincia ad interrogarsi sui sentimenti che prova per l’amica ritrovata, forse gli stessi che 50 anni prima non aveva avuto il coraggio di riconoscere…Cosa ascoltare il cuore o la ragione? Un melodramma delicato, fresco e spontaneo con due protagoniste eccezionali. Il film ci racconta, con sensibilità e pudore, che l’amore non ha limiti né di età né di sesso. Il tono, pur nel dramma, mantiene sempre la giusta leggerezza e una ironia garbata, sottolineata da una colonna sonora perfetta, le struggenti stagioni di Chaikovski.

“North sea texas” di Bavo Defurne

Defurne, classe 1971, laureato alla scuola d’arte di Bruxelles è artista, fotografo e regista, che da subito si è rivelato come uno dei nuovi più provocanti talenti con premiatissimi corti, tutti concentrati sui temi dell’amore omosex, del corpo e del potere della natura e del silenzio. Il protagonista di “North sea Texas” è Pim ragazzino che vive in una casa malconcia insieme alla madre, in una cittadina della costa del Belgio. La vita qui odora di fredde patatine fritte, sigarette economiche e birre scadute. Il giovane sogna una vita migliore, immaginando principesse e bellissime regine. Ma quando Pim arriva ai 16 anni i suoi sogni si fanno più concreti e sono abitati solo da Gino, il ragazzo che abita nella casa accanto. Derisioni, piccole umiliazioni e mancanza di speranza sono la vita quotidiana di Pim. Nessuna meraviglia quindi se qualche volta si rifugia ancora nel mondo dei sogni. Un giorno, rimasto solo nella casa vuota, Pim considera l’opportunità di concretizzare parte dei suoi sogni…si trasferisce così nella casa accanto, per vivere con Marcella, come sua seconda mamma e Gino…. Ma i sogni non diventano mai realtà… Oppure no. In una giornata di pioggia Gino rientrando a casa si ferma a parlare con Pim… e tutto può succedere…

Transiti” di Davide Tosco

E’ il primo format ibrido creato per raccontare le difficoltà, le aspirazioni e le sfide di chi decide di affrontare il percorso di transizione.Transiti.eu è il primo progetto transmediale del network pubblico che è stato presentato ad agosto dalla Rai come una finestra sul mondo transgender e sulla società moderna che coinvolge TV, Radio e Web. E’ un invito ad andare oltre le apparenze, ad entrare in un microcosmo per lo più conosciuto solo attraverso giudizi scontati e quasi sempre denigratori. In anteprima assoluta per RAI, il  documentario che ha aperto questo progetto è “Transiti” creato partendo dai videoracconti personali e dalle immagini raccolte dai protagonisti (Angelo, Alessandra e Katherina).

Bear City” di Douglas Langway. (2010)

E’ un film americano del 2010 considerato la “versione irsuta” di Sex and the City. E’ una commedia romantica e spudorata sulla scena ursina newyorkese che ci racconta le avventure di Tyler, un adorabile 21enne, e dei suoi amici orsi mentre si stanno preparando al più grande Bear Party dell’anno. Il cucciolo Tyler è alla ricerca disperata di un Papà Orso, ma al suo ingresso nella comunità ursina scopre che non sarà semplice per un ragazzo glabro come lui trovare un po’ d’amore. Insomma.. comiche disavventure, incontri romantici e lussuriosi e una fauna di personaggi variopinti e irresistibili. E’ un orgoglioso e divertente inno alla diversità della comunità ursina.

Weekend”

E’ un film che parla a tutti, maschi o femmine, gay o etero, che tratta degli aspetti intimi e privati della vita e dell’amore, del senso della relazione, in pubblico come in privato.
Un venerdì sera Glen e Russell si incontrano in un locale gay, tra i due nasce subito una forte attrazione. Ma quello che sembrava solo un incontro occasionale per sesso, si trasforma in qualcosa di più. Purtroppo il lunedì Glen dovrà fare ritorno negli Stati Uniti, così i due ragazzi vivranno un intenso week-end di sesso, chiacchere e scambi di idee. Nonostante Glen viva apertamente la sua sessualità mentre Russell sia più riservato preferendo uniformarsi alle istituzioni della società eterosessuale, tra loro nasce un tenero sentimento che li aiuterà a dare un senso alle proprie vite.
E’ un film in cui il tema dell’omossessualità viene trattato come per acquisito, senza crisi d’identità e difficoltà di accettazione come invece spesso accade quando nei film lgbtq. Qui i gay non vanno in piazza, non rivendicano i diritti, hanno posato i picchetti per dedicarsi, come dice uno dei protagonisti in una battuta del film, “a cazzeggiare su grindr (un sito di incontri gay on line) e rasarsi il culo”. Un film intelligente e commovente che ci ricorda come il realismo a basso budget possa portarci in luoghi densi di emozioni, come il cinema mainstream sempre più spesso non riesce più a fare.

Togheter” di Zhao Liang

La particolarità di questo film è che è nato come backstage del film “Love for life” di Changwei ma il risultato è ovviamente qualcosa di molto diverso rispetto ad un semplice «making of». “Together” a differenza dei film precedenti, ha un finale piuttosto ottimista, questo anche perché il regista ha voluto dare una speranza alle persone malate di AIDS che vedranno il film. Infatti, la maggioranza dei cinesi non conosce quasi niente di questa malattia e associa il virus dell’HIV alla promiscuità, Zhao Liang si è quindi posto l’obiettivo di promuovere il processo di comprensione del problema AIDS, cosi da migliorare la situazione dei malati, mostrando al pubblico l’esistenza di una grossa comunità di malati di AIDS e le loro condizioni di vita.Together, che ha ricevuto il supporto del Ministero della Salute cinese, vuole anche testimoniare come dopo esitazioni e passi falsi (tra cui anche lo scandalo causato da un enorme traffico di sangue infetto che provocò migliaia di persone infettate in Cina) le autorità cinesi ora si sforzino di arginare il problema con una serie di politiche, tra cui il libero accesso alle medicine.

Come Non Detto” di Ivan Silvestrini

Il film racconta sottoforma di commedia una bella storia d’amore gay, tipicamente italiana. Il protagonista Mattia si innamora di un bel giovane spagnolo, Eduard, omoessuale solare e sereno che vive alla luce del sole la sua condizione come ormai la maggior parte dei gay spagnoli. Il protgonista del film è ancora nel limbo, ha superato la fase d’incertezza sulla propria identità, ma non se la sente ancora di venire del tutto allo scoperto, in un paese dove i gay sembrano inesistenti per le istituzioni pubbliche, per la Chiesa e per gran parte dei politici. I suoi migliori amici sanno tutto, ma parenti e genitori non sanno nulla e credono alle bugie che ogni giorno Mattia gli racconta. Bugie che purtroppo racconta anche al suo amatissimo Eduard, qui con lo scopo opposto, quello cioè di fargli credere di essere come lui completamente dichiarato e sereno. Per sfuggire ad una situazione sempre più complicata e difficile da sostenere, Mattia decide di trasferirsi in Spagna dal suo compagno…. Le cose si complicano quando, proprio il giorno prima della sua partenza, Eduard annuncia il suo arrivo a Roma per conoscere i futuri suoceri. Al povero Mattia non resteranno che due strade, entrambe dolorose: confessare a Eduard di avergli sempre mentito sulla sua vita da gay in Italia oppure vuotare il sacco in famiglia con imprevedibili conseguenze…La storia non è del tutto nuova, ma conoscendo la sensibilità e le qualità dell’autore, abbiamo sicuramente il diritto di attenderci qualcosa d’interessante…

Tomboy” di Céline Sciamma

Il film è una parabola intelligente e affettuosa sui labili confini dell´identità sessuale. Trasferitasi con la famiglia in un nuovo quartire di Parigi, Laure col fisico ancora asessuato dei suoi 10 anni, decide di farsi passare per maschio con i coetanei del vicinato. Così mentre la sorellina la identifica col fratello maggiore che ha sempre sognato, la nuova amica Lisa si prende una cotta per il sedicente Michaél. L´inizio della scuola, però, è imminente e farà cadere la maschera di Michael rivelando il viso di Laure. Il finale aperto rispetta la capacità degli spettatori di immaginarsi un seguito e di decidere se l’inganno di Laure sia il prodromo di una futura omosessualità o solo la sperimentazione tipica dell’età in cui è ancora lecito giocare a «fare finta». La Sciamma ci ricorda che: “a dieci anni conta solo l’attimo presente, che sia gioioso o disperato”.

Un Babbo Natale di buon classe”

Lo stucchevole genere dei mielosi film natalizi è disponibile anche per il pubblico gay. Scherzi a parte, pur restando una commedia senza grosse pretese, questo film qualche merito lo possiede. Anzitutto quello di presentarci una famiglia omogenitoriale composta da due padri e una figlia, dove tutti i personaggi potrebbero essere quelli della porta accanto, dove alla figlia, nonostante i dissidi coi due papà, non viene mai in mente di lamentarsi per non avere una famiglia “normale”, dove non viene mai fatto nessun riferimento alla madre assente e dove anche gli amici della figlia vedono i due genitori gay come qualsiasi altra coppia di noiosi genitori. E’ proprio la normalità con cui viene presentata questa famiglia che rende il film delizioso.

La neve nel cuore” di Thomas Bezucha

La trama non è esattamente un’immagine da presepio con una madre che invita per la cena di Natale il figlio gay e sordo e il suo partner di colore, i quali comunicheranno l’intenzione di adottare un figlio…

A casa per le vacanze” di Jodie Foster

E’ una deliziosa commedia a sfondo drammatico dove una ragazza madre single va a trovare la sua famiglia eccentrica per le feste e si dovrà confrontare con genitori sopra le righe e un fratello gay che sembra essere l’unico felice e contento… un film in cui anche le battute più sceme diventano capolavori….

J. Edgar” di Clint Eastwood

Il film inizia apparentemente come una biografia che lo stesso J. Edgar Hoover (interpretato da un grandissimo Di Caprio), ormai 77enne, detta ad un giovane agente.La cosa più interessante invece, come ha dichiaro lo stesso Eastwood, non è tanto quella di raccontare una serie di eventi che hanno riempito le cronache e le pagine politiche dei giornali di mezzo mondo, quanto piuttosto quella di farci conoscere il dramma interiore vissuto e sofferto dal protagonista. Che era omosessuale e viveva in un’epoca in cui nessuno, soprattutto se aveva responsabilità istituzionali, poteva dichiararsi. Un uomo che amava oltremisura la madre, la quale nei momenti più difficili sapeva solo dirgli che preferiva avere un figlio morto piuttosto che finocchio. Un uomo che s’innamorò a prima vista di un bel giovane convocato nel suo ufficio. Il film è soprattutto una profonda indagine su come poteva essere la vita di un omosessuale con alte responsabilità di potere (ricordiamo che Hoover ha guidato l’FBI dal 1924 fino al ‘77, tenendo in scacco ben otto presidenti americani), quindi obbligato dalle circostanze e dalla sua stessa ideologia a tenere completamente segreta la sua identità e i suoi veri sentimenti. Il personaggio così negativo e quasi odioso di Hoover viene fortunatamente bilanciato dall’incontro con la persona che per tutta la sua vita gli farà da braccio destro: Clyde Tolson, un gay che si è accettato e che almeno nella sua vita privata e intima vorrebbe potersi esprimere liberamente. Nel film sono raccontati diversi momenti privati della loro vita in comune, sguardi pieni di desiderio e c’è anche un bacio sulla bocca dato dopo un furioso litigio. Gli autori del film quindi hanno puntato più sulla segreta ma grandissima storia d’amore tra i due protagonisti maschili piuttosto che sulla lotta politica e poliziesca o sui contrasti che spesso si vengono a creare tra il Congresso e l’FBI.

Kaboom” di Gregg Araki

Vincitore della queer palm 2010 il film in Italia è disponibile in esclusiva su OWN AIR in modalità video on demand. Kaboom è una specie di luna park cinematografico che riesce a riunire commedia, thriller e fantascienza, tenendoci incollati allo schermo per 90 minuti di euforico divertimento e trasportandoci in luoghi misteriosi. La trama è semplice, il protagonista, Smith, conduce una vita tranquilla nel campus universitario: esce con la sua migliore amica, l’insolente Stella, si lascia sedurre dalla bella London, ed ama alla follia il muscoloso Thor, suo splendido compagno di stanza, un surfista un po’ tonto. Fino a quando, dopo una notte terrificante, ogni sua certezza è messa a dura prova. Infatti, sotto l’effetto dei biscotti allucinogeni mangiati a una festa, Smith è convinto di aver assistito all’efferato omicidio della bella ed enigmatica ragazza dai capelli rossi che lo ossessiona nei suoi sogni. Cercando di scoprire la verità, si immerge in un mistero sempre più fitto che cambierà per sempre non solo la sua vita, ma anche le sorti dell’umanità. L’entusiasmo giovanile per la liberazione del sesso e dei corpi è sempre presente, come in ogni film di Araki mentre la provocazione gay va di pari passo con visioni apocalittiche, come era stato per “Doom generation” e, se lo avete apprezzato, amerete anche Kaboom.

“Bent” di Sean Mathias

Film inglese del 1998, tratto da una piece teatrale di Martin Sherman ambientato nella Berlino nazista degli anni ’30, il film segue la vita e il destino di Max, omosessuale recluso come ebreo, che si incrocia con quello di Horst deportato come omosessuale nel campo di concentramento di Dachau. Max, che proverà in ogni modo a rinnegare la sua natura omosessuale fingendosi ebreo, “perché” come dice lui stesso in una scena del film “gli omosessuali sono considerati peggio degli ebrei”, incontra e si innamora di Horst, il quale non nasconde la sua omosessualità e al contrario porta senza vergogna il suo “triangolo rosa”. Insieme cercheranno di sopravvivere al campo di concentramento e all’ alienazione di lavori inutili a cui sono costretti e che riflettono l’impossibilità di una spiegazione razionale della loro prigionia. E’ bellissima, geniale e sensuale la scena tra i due protagonisti che fanno l’amore senza sfiorarsi. Questo film, come è giusto che sia, è un vero e proprio pugno nello stomaco, è una riflessione lucida e straziante sul potere e sulla libertà, e non solamente una denuncia delle persecuzioni agli omosessuali durante il nazismo. Ci racconta la capacità del prendere coscienza della propria dignità e del valore dell’amore nelle situazioni estreme.

 

Lo schermo Velato di Rob Epstein e Jeffrey Friedman (1995)

 

E’ un saggio cinematografico che ripercorre la storia del cinema attraverso gli spezzoni di oltre cento film evidenziando i rapporti che dal primo breve filmato della Edison del 1905 a “Philadelphia” sono intercorsi tra cinema e omosessualità. Prendendo lo spunto dal libro omonimo di Vito Russo, il film ripercorre, con interviste e spezzoni, i modi in cui l’omosessualità è stata raccontata dal cinema: con grande libertà negli anni del muto; con evidenti censure ai tempi del codice Hays; con sofferta partecipazione in tempi più recenti, quando l’omosessualità ha conquistato il suo diritto alla visibilità. Il film ha soprattutto il merito di smascherare i messaggi consci, inconsci o addirittura subliminali, la mimesi e le decodificazioni che si celavano, per l’appunto velati, negli interstizi delle immagini. I concetti di sessualità, di maschile e femminile, di ‘normalità’ mutavano si articolavano al passo con l’industria hollywoodiana. Solo di recente, grazie all’affermarsi del movimento  LGBT, all’imporsi del ‘politicamente corretto’, qualcosa è cambiato, in meglio. Anche se, spesso, ha finito per assoggettarsi a stereotipi opposti: ad esempio il gay amicone e generoso della porta accanto, rigorosamente monogamo. Nel film, risponde bene Susan Sarandon a chi le chiede se aveva provato imbarazzo a girare la famosa scena d’amore con Catherine Deneuve in “Miriam si sveglia a mezzanotte”, dicendo: ‘ma chi al mondo, uomo e donna, sarebbe così pazzo da rifiutarsi di andare a letto con la Deneuve?’

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